Big G è riuscita, nel tempo, ad abituare gli utenti ad idee che fino ad una decade fa erano nell’ottica della pura fantascienza. Dopo il progetto Google Fiber, destinato a offrire connessioni rapide ad Internet negli USA, ed i primi sistemi di robotica degni di competere con le maggiori invenzioni della Silicon Valley, è il turno dei primi prototipi delle auto “driverless”, ovvero prive di conducente.
La campagna promozionale avviata da Google per preparare il pubblico alla novità è stata accompagnata da rappresentazioni vivaci di come ai passeggeri sia così permesso di occuparsi di altre attività, tra cui naturalmente la lettura su tablet o smartphone, mentre l’auto firmata Google porta automaticamente il passeggero a destinazione.
Le vetture predilette da Big G per le prime demo appartengono quasi completamente a Lexus e Toyota, ed hanno percorso senza ostacoli parecchie miglia lungo le strade della California, ottimali per i test su lunga distanza.
Le auto prive di conducente, oltre a permettere all’utente molto più tempo per dedicarsi ad altre attività lungo il transito, offrono un coefficiente di sicurezza estremamente elevato, grazie ad un sistema operativo che -come è accaduto ad Android- potrebbe diventare uno dei principali standard in questione nei prossimi anni.
I sistemi utilizzati per la guida con pilota automatico prendono il nome di ADAS (Advanced driver assistance systems) e sono frutto del design di un’interfaccia umano-macchina creata per raggiungere massima flessibilità, che verrà ottenuta in particolar modo quando i modelli di auto driverless saranno una realtà accolta in gran parte del pianeta.
Nel frattempo, Google si prepara ad accostarsi ad un’alleanza appositamente creata per promuovere l’idea di mezzi in grado di guidarsi da sé, lasciando al passeggero tutto il tempo per fare altro, più precisamente la Open Automotive Alliance.
Più precisamente essa, andrà a costituire un’importante piattaforma di intrattenimento e diffusione di questa nuova concezione dei trasporti, che ci auguriamo possa toccare il prima possibile gli Stati Uniti come l’Europa.
Lascia un commento