Il 2016 è a quanto pare l’anno del riscatto per Qualcomm, che punta a dare nuova energia al suo comparto di chipset Snapdragon sia su smartphone che sui dispositivi wearable. Dopo aver annunciato la presenza della nuova CPU Snapdragon 820 in una delle versioni del nuovo Samsung Galaxy S7, l’attenzione della società di San Diego si è spostata sugli smartwatch, in particolare quelli che compongono la fascia alta dei fitness tracker e generalmente i top di gamma.
Da questa attenzione sempre più fervida per il mondo dei wearables è nato il successore di Snapdragon 400, un system on a chip quad-core che fino ad oggi ha cercato di aiutare i dispositivi indossabili a trovare più diffusione tra gli utenti, garantendo stabilità e prestazioni interessanti.
Il nuovo hardware si chiama Snapdragon Wear 2100 e come si intuisce dal drastico cambiamento di nome porterà molti interessanti vantaggi a tutti i dispositivi che lo incorporeranno.
Snapdragon Wear 2100 porterà con sé diversi prodotti del mondo mobile che sono al momento attuale in fase di studio: ancora poco è stato rivelato in merito a questi nuovi progetti, ma sappiamo già per certo che Wear sarà disponibile in due versioni, l’una delle quali dotata di modem incorporato X5 LTE.
La struttura del nuovo chipset rivela dati tecnici interessanti, a partire dalla configurazione quad-core ARM Cortex A7 con clock massimo di 1,2 GHz, e al comparto grafico una GPU modello Adreno 304 capace di supportare le librerie grafiche OpenGL.
Essendo un system on a chip mirato ad un’utenza dinamica e mobile, su Wear 2100 non può mancare la connettività Wi-Fi, il Bluetooth versione 4.1, comunicazione NFC e sistema GPS. Buone sorprese anche per quanto riguarda la risoluzione massima supportata, ovvero 640×480, senz’altro di molto superiore alle richieste di un qualsiasi wearable attuale, il tutto da ricaricare rapidamente con Quick Charge versione 2.0.
Tra gli ultimi dettagli trapelati per Snapdragon Wear 2100, la presenza di sensori integrati, presumibilmente rivolti al monitoraggio dei parametri di salute dell’utente durante l’attività fisica. A fronte di consumi ridotti e di prestazioni aumentate, quindi, avremo tra di noi un chipset capace di interfacciarsi al meglio con i sistemi Android (soprattutto Android Wear) e permettere lo sviluppo di dispositivi che vanno dai classici smartwatch ai fitness tracker o agli smartglass più evoluti.
Qualcomm cerca così di dare al mondo wearables la spinta necessaria per aumentare in termini di popolarità: un processore come Wear 2100 ha le potenzialità giuste per interessare anche molti scettici; staremo quindi sintonizzati sulle ultime novità per scoprire se lo sviluppo dei gadget come gli smartwatch dipenderà dall’hardware integrato più di ogni altra caratteristica.
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