Inizia a diradarsi il mistero relativo all’arrivo dei due nuovi smartphone Google top di gamma, che dovranno incarnare l’essenza di Android Nougat al massimo, per dare a tutti gli utenti un primo assaggio della loro potenza.
A quanto pare, nonostante tutte le indiscrezioni del passato relative a due “nuovi Nexus“, Big G ha optato per il lancio di una nuova gamma, nota con il nome di “Pixel”, decretando così la fine dell’era Nexus con cui tanti Android user sono praticamente cresciuti.
I due smartphone flagship, creati in parallelo ai due dispositivi che conosciamo con il nome in codice di Marlin e Sailfish, potrebbero arrivare addirittura il prossimo 4 Ottobre e saranno frutto di una collaborazione con il colosso HTC, che ha provveduto a fornire gli input hardware più adatti per creare dispositivi compatibili con le specifiche di realtà virtuale Google Daydream.
I nomi dei due smartphone potrebbero essere Pixel e Pixel XL, una scelta che riflette un deciso cambiamento di rotta da parte della casa di Mountain View.
Pixel e Pixel XL saranno a disposizione degli utenti, a partire dalla data di rollout, con Android Nougat preinstallato; a quanto pare la versione 7.1 del celebre OS sarà quella scelta per dare il via a questa nuova era di Google.
La scelta di non distribuire Android 7.0 riflette sicuramente la volontà di Google nel migliorare sempre più la release affinché non ci siano bug importanti a rovinare l’esperienza di un sistema operativo del tutto nuovo e studiato per una multimedialità di nuovo livello.
A bordo dei due Google Pixel, che curiosamente riprendono il nome di Pixel C, futuristico il tablet Android che ha conquistato gli Stati Uniti, troveremo inoltre Google Assistant, nel caso in cui le funzioni Google Home per la domotica fossero ampliate, e un nuovo launcher, trapelato all’inizio di Agosto ma del tutto assente nella release 7.0.
Non ci resta quindi che affidarci alle rivelazioni ufficiali di Google previste per il 4 Ottobre, in un evento che potrebbe portare con sé anche un nuovo tablet convertibile e, ovviamente, qualche suggerimento in più su quale direzione potrà prendere l’ecosistema Android in futuro.
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