Per chi di noi si dedica, costantemente oppure all’occorrenza, all’emulazione di sistemi operativi di varie tipologie, il nome di VirtualBox non sarà di certo sconosciuto. Nato come tentativo di trasformazione in risorsa virtuale di precisi componenti hardware, il software in questione ne è indubbiamente uno degli esempi più apprezzati, in particolar modo in ambito Windows.
VirtualBox 5.0 è così l’ultimo tassello aggiunto ad una serie di major release di Oracle, che ne permette l’uso su sistemi operativi di qualsiasi derivazione, Windows, Mac, distribuzioni Linux e Solaris. I sistemi e le distro incluse sono come sempre variegate e relative al passato ed al presente di ogni OS, per meglio emulare le impostazioni di ognuno.
Viene inoltre estesa la compatibilità a livello guest dell’ultima release Microsoft, Windows 10, in attesa comunque di un’ufficializzazione che seguirà al debutto del nuovo sistema operativo. E’ inoltre interessante notare un update a livello di paravirtualizzazione in VirtualBox, ovvero la possibilità di gestire la condivisione a livello di risorse modificando direttamente parametri hardware.
Uno degli effetti primari costituiti da questa tecnica è dato dalla possibilità di eseguire più istruzioni a livello CPU, con incremento delle performance generali, in modo che eventuali differenze tra un avvio del desktop tramite il proprio OS principale o una nuova versione virtualizzata non siano avvertite, o comunque percepite minimamente.
Un’altra delle novità introdotte consiste nella possibilità per gli ambienti guest di utilizzare l’atteso standard USB 3.0, raggiungendo quindi le vette di velocità teorica da tempo promesse. Confermata inoltre la presenza di standard di crittografia AES, in modo che lo scambio di dati possa avvenire in completa sicurezza, privandoci della possibilità di intercettazioni.
Come avviene ad ogni release di VirtualBox, possiamo notare, non cambia l’approccio alle nuove tecnologie hardware, che vengono implementate non appena rese stabili anche su sistemi virtualizzati. Potremo così avere a disposizione un ambiente “live” in cui testare diverse configurazioni operative, senza temere di incorrere in danni persistenti per il sistema.
L’apprezzatissimo open source, che già nella sua precedente versione ha permesso il testing della Technical Preview di Windows 10 nelle sue forme a 32 e 64 bit, ci permetterà nuovamente di emulare secondo nostre impostazioni gli OS più accattivanti, che tuttavia non desideriamo installare.
Attendiamo quindi l’arrivo di Windows 10 nella sua forma RTM definitiva, in modo da poter apprezzare VirtualBox 5.0, in una versione più agguerrita e stabile che mai.
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