Google I/O 2015 è certamente stato un evento che ha conquistato le grazie di tutti gli utenti Android, e non solo per via della massiccia presenza di novità su Android M, Brillo ed i servizi dedicati alle nuove sperimentazioni di Big G. C’è infatti un altro progetto in ballo presso la casa di Mountain View, che prende il nome di Project Vault: all’apparenza si tratta di niente di più di una semplice scheda SD, come tante se ne vedono ai giorni nostri, tuttavia il dispositivo in questione nasconde potenzialità immense.
Una di esse è la possibilità di eliminare le password per sempre: la scheda SD integra infatti un microchip al suo interno, ed è in grado di supervisionare l’autenticazione di un utente specifico su ogni sorta di applicazione online, piattaforma, sito o app, garantendo da parte dell’user che si tratta ufficialmente del proprietario dell’account, e non un eventuale malintenzionato che a lui si sta sostituendo tramite furto di identità.
Project Vault è incentrata sull’esecuzione di un cosiddetto Real Time Operating System (RTOS, sistema operativo avviante in tempo reale), affiancato da un processore di tipo ARM e da un chip NFC. Le applicazioni autorizzate da Vault possono essere multipiattaforma, non ponendo problemi di compatibilità, ed il device potrà decidere della sua autenticazione in maniera favorevole o sfavorevole a seconda della corrispondenza dei dati criptati con il fingerprint dell’utente.
Il sistema è basato inoltre sulla generazione di numeri casuali e dell’assegnamento di un cosiddetto Trust Score, o punteggio di fiducia, capace di racchiudere entro alcuni estremi numerici l’effettiva probabilità che siamo noi ad utilizzare il device o l’account, e non un emulatore o un truffatore.
I dati supervisionati da Vault sono inoltre interscambiabili con altri device protetti allo stesso modo, nella più completa sicurezza, basata sul riconoscimento delle nostre abitudini di utilizzo del web.
Eliminare l’accesso ad account e dispositivi basandosi sulle tradizionali alternative basate su stringhe di dati digitate dall’utente sembra essere una prerogativa, oltre che di Microsoft con il suo recente riconoscimento a scansione dell’iride che verrà implementato nei prossimi Lumia.
Ironicamente, alcuni utenti hanno commentato con una vena di sarcasmo Project Vault, trovando curioso che proprio Big G sforni un’idea volta a proteggere i dati degli utenti quando ne è già in completo possesso. Si tratta quindi di un progetto fine a se stesso, oppure un baluardo di sicurezza contro le crescenti offese alla privacy online?
Seguiteci per scoprire la risposta, assieme alle prossime informazioni sul nuovo esperimento Google che si ripromette di ridefinire l’approccio ai nostri account e alla privacy sempre più discussa in ogni settore della tecnologia.
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