Nato inizialmente come principale alternativa al design ed al fotoritocco su iOS, Afterlight non sarà più un’esclusiva dedicata al solo OS di casa Apple.
Questa app-editor completa per la manipolazione ed il miglioramento delle immagini riprese e scattate dal proprio smartphone o tablet, è infatti pronta per lo sbarco definitivo su Android, in special modo per i dispositivi versione 4.0.3 e superiori.
A rendere Afterlight l’app popolare che oggi è, sicuramente annoveriamo il suo essere user-friendly, e gestibile immediatamente con pochi tap, già dall’apertura dell’ immagine che si desidera rielaborare.
La possibilità di scegliere tra oltre 59 filtri, suddivisi in Original, Guest Filtres (con la partecipazione degli effetti utilizzati su Instagram) e Season Pack, da poco arrivato ad integrare l’interfaccia, sicuramente invogliano l’utenza a tralasciare l’editor di immagini base del proprio dispositivo in favore di Afterlight.
Non mancano i tool cosidetti di “cropping”, ovvero di trasformazione, allungamento, rotazione e ritaglio di parti dell’immagine considerati particolarmente importanti all’interno della stessa.
Su di esse sarà possibile applicare oltre 66 texture o effettistica di genere simile, partendo dalle luci su sfondo.
Interessanti, inoltre, le manipolazioni in grado di far sembrare l’immagine vintage, grazie alla riproduzione degli effetti tipici delle pellicole a 35mm.
La possibilità di avere inoltre una community di supporto basata su utenti Instagram che si dedicano a migliorare effetti e cornici (ne sono disponibili, al momento, 77) gioca a favore di Afterlight.
In questa maniera, assieme ai selettori ed agli effetti di saturazione e aggiustamento RGB, con cui si ha a che vedere spesso anche con software per PC, si ha a disposizione una sorta di “vaso di Pandora” di effetti, potenzialmente aumentabile in ogni momento.
Afterlight diventa dunque disponibile su Play Store, proponendosi in maniera non troppo differente dalla versione originale iOS, e saprà garantire ad ogni utente molti editing ben riusciti, a differenza di quanto ora accade con l’editor preinstallato su Android.
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